Santo Stefano di Camastra
Ricostruito dopo la frana del 1682 dal Duca di Camastra, sorge alle pendici dei Nebrodi e a 70 metri sul livello del mare, in provincia di Messina ma molto vicino al confine con la provincia di Palermo (a tutti gli effetti, infatti, è più vicino alla città di Palermo che a quella di Messina). Il paese prende il nome da un monastero benedettino edificato nel periodo della dominazione normanna, Santa Croce di Santo Stefano in Val Demone; gli fu aggiunto il nome Camastra per onorare il Duca che si curò della sua ricostruzione.
Maggior centro produttivo di ceramica della Sicilia, è conosciuto in tutto il mondo come il “paese delle ceramiche” per la sua tradizione artigianale: passeggiando per le vie del centro ci si trova immersi in una città museo, in cui cultura urbana e arte della ceramica formano un connubio indissolubile. La tradizione di questa attività è parecchio antica, ed è stata sicuramente alimentata dalla presenza di cave, nelle vicinanze, che fornivano ottima argilla da lavorare. Tra i suoi prodotti più tipici la giara per l’olio, alla quale Pirandello si ispirò per scrivere la sua novella, ma anche pentole e lucerne; molti manufatti di realizzazione remota sono contenuti nel Museo della Ceramica di Palazzo Trabia, edificio del XVII secolo di pregevole architettura interna ed esterna, con numerosi mirabili affreschi e pavimentazioni decorate e colorate, che funge anche da centro culturale del paese, e di cui sono da vedere anche i bei giardini antistanti.
Interessante anche il Palazzo Armao, in stile ottocentesco e oggi adibito a biblioteca civica, con splendide decorazioni e fregi interni, pregevole testimonianza dello stile liberty degli inizi del Novecento; la Chiesa Madre, invece, risale al 1685, ma è stata più volte modificata e restaurata: al suo interno la pianta è a croce latina, con tre navate separate da colonne barocche decorate con stucchi Settecenteschi. Splendido il coro ligneo con l’altare maggiore e la statua di Maria Addolorata, in legno, del Bergamasco.